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Dipendente contagiato in azienda? Per l’imprenditore processo penale e risarcimento

lentepubblica.it • 13 Maggio 2020

dipendente-contagiato-azienda-imprenditoreL’INAIL è assolutamente chiara su questo punto: non c’è scusante per il datore di lavoro che si ritrova un dipendente contagiato in azienda.


Rischio grosso per il datore di lavoro se un dipendente viene contagiato in azienda: per l’imprenditore processo penale e risarcimento.

L’art. 42 del D.L. n. 18/2020, confermato anche dall’Inail, infatti prevede l’equiparazione tra infortunio sul lavoro e contagio da Covid-19.

Ecco nel dettaglio di cosa si tratta.

Dipendente contagiato in azienda? Per l’imprenditore processo penale e risarcimento

Sopratutto si va su sanzioni penali estremamente serie in caso di decesso del lavoratore: si rischia di essere coinvolti in un giudizio penale per reati di lesioni o omicidio colposo.

Ma non è da meno anche il caso di semplice contagio: nei casi accertati di infezione da coronavirus (SARS- CoV-2) in occasione di lavoro, il medico certificatore redige il consueto certificato di infortunio e lo invia telematicamente all’INAIL che assicura, ai sensi delle vigenti disposizioni, la relativa tutela dell’infortunato.

Norma confermata dalla Circolare Inail n. 13/2020, che ha chiarito che sono configurabili come infortunio in itinere le ipotesi in cui il contagio sia avvenuto nel tragitto casa/lavoro.

La Circolare ha poi precisato che, poiché l’utilizzo del mezzo proprio è meno rischioso dell’utilizzo del mezzo pubblico, per tutta la durata del periodo di emergenza epidemiologica è ammessa la deroga all’art.13 D.lvo 38/2000 ed è pertanto considerato sempre necessitato l’utilizzo del mezzo proprio nello spostamento casa/ lavoro.

Il datore di lavoro deve, pertanto, rispettare in maniera esempliare le disposizioni anti covid-19. Ma attenzione: anche qualora il datore di lavoro rispettasse tutte le regole e il dipendente venisse contagiato la responsabilità penale ricade sempre su di lui.

Sempre in ambito “lavorativo” in un altro articolo di approfondimento abbiamo parlato, invece, delle linee guida INAIL sulla riapertura dei servizi ristorativi e la sicurezza balneare.

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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Michelina
Michelina
14 Maggio 2020 21:00

Siete pazzi..!!!!nn è certo il datore di lavoro ke ha fatto arrivare in Italia.!! Volete un capro espiatorio e non sapete a cosa attaccarvi..!! ma allora se voi sapevate prima di tutti quanto era pericoloso xké non avrete chiuso prima visto ke lo sapevate da gennaio.. ?? E xké non avete provveduto a ordinare mascherine guanti e camici ke erano introvabili?? E dove eravate voi quando chiedevamo aiuto all’ATS xké nn riuscivano più a sostenete turni di lavoro di 16ore al giorno ed eravamo tutti malati …anzi vi siete addirittura rifiutati di fare i tamponi a meno ke non eravamo… Leggi il resto »

Lorenzo
Lorenzo
16 Maggio 2020 14:24

Cosa posso fare nel momento in cui un mio parente, non autosufficiente, attualmente ricoverato per Coronavirus, ritorna al proprio domicilio quando gli stessi medici non sanno dire per quanto tempo rimarrà dispensatore di contagio, una volta dimesso.
Questa persona avrà bisogno di un badante, come potrà convivere con la preoccupazione di essere responsabile penale di un eventuale contagio verso chi lo aiuta?

Carlo Agrusti
Carlo Agrusti
19 Maggio 2020 8:51

Senza parole. Se queste sono le premesse per la ripartenza, siamo rovinati.